Un successo la manifestazione dei Cat per sollecitare la Regione a sbloccare il progetto
Di seguito l'articolo de 'La nuova Venezia' sull'iniziativa di Sabato 15 Dicembre organizzata da CAT:
STRA.
“Idrovia subito, elettrodotto interrato”. Questi sono stati alcuni
degli slogan intonati dai volontari dei Cat (Comitati Ambiente e
Territorio) e dei Comitati Alluvionati della Provincia di Padova ieri
mattina durante un’azione dimostrativa per sollecitare i lavori di
completamento dell’idrovia Padova-Venezia.
Una cinquantina di attivisti, nonostante l’abbondante pioggia
che ha colpito la Riviera del Brenta e le condizioni impervie del
terreno, si sono ritrovati in un campo privato tra San Pietro di Stra e
Fossò e hanno iniziato i lavori di scavo dell’idrovia Navigabile
Padova-Venezia. Il terreno in questione è coinvolto anche dal passaggio
dell’elettrodotto Dolo-Camin.
Le squadre di lavoro erano organizzate con pale, picconi e
carriole mentre nel corso della mattinata sono arrivate anche delle
ruspe e trattori per “movimentare” meglio la terra e velocizzare lo
svolgimento degli scavi. I lavori sono stati fatti a “regola d’arte”,
visto che era stato previsto l’uso di livelle a bolle d’aria per
rilevare l’esatta pendenza e utilizzati dei nastri per indicare il
percorso corretto che dovrebbe percorrere l’idrovia. L’intervento
dimostrativo aveva un duplice obiettivo: sollecitare quanto prima l’iter
per il completamento dell’idrovia navigabile Padova-Venezia, che
servirebbe per la salvaguardia idraulica della Riviera e dei territori
del Padovano, e per dimostrare che con lo stesso “scavo”, oltre
all’idrovia, potrebbe essere interrato anche l’elettrodotto ad alto
voltaggio Dolo-Camin.
A spiegare l’iniziativa è Adone Doni, portavoce dei Cat.
«Auspichiamo che la Regione Veneto completi quando prima l’idrovia»,
spiega, «il progetto di fattibilità dell’idrovia, commissionato dalla
Regione, è pronto da mesi, però le istituzioni danno priorità alla
costruzione della Camionabile e di un canale scolmatore con una portata
di 250 metri cubi al secondo, insufficienti ed inutili per la sicurezza
idraulica. L’idrovia, invece, come sostenuto da eminenti studi
universitari tra cui quello del professor D’Alpaos, dovrebbe avere una
portata minima di 450 metri cubi al secondi».L’azione dimostrativa è
proseguita fino alle 13 con i volontari che hanno cercato di
rifocillarsi, viste anche le condizioni meteo proibitive, con vin brûlé e
tè caldo.
Giacomo Piran
Inoltre, a testimonianza della manifestazione, si segnala il servizio del TG3 Veneto del 15 Dicembre
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